Nel giro di qualche
decennio è completamente cambiato il modo di pensare il futuro: dall'idea di
sviluppo senza fine, destinato a condurci verso un futuro di benessere per ogni
persona ed ogni popolo, siamo passati alla consapevolezza diffusa di avere
imboccato una strada potenzialmente autodistruttiva per l'umanità. Riscaldamento globale, cambiamento climatico, esaurimento delle risorse,
disuguaglianza sociale, instabilità politica ed economica, masse di migranti in
fuga da situazioni di vita insostenibili: c'è un filo rosso che collega gli
elementi di questo panorama da incubo, ed è lo sfruttamento a beneficio di
pochi della nostra casa comune, la Terra. Di questi problemi, che incombono sul
nostro presente e che condizioneranno il nostro futuro, si è discusso a lungo
nell'assemblea pubblica promossa dagli studenti del Brignoli venerdì 26
febbraio nel Teatro di Gradisca d'Isonzo, con il patrocinio e l'attenta
partecipazione del Comune stesso. Ad introdurre il dibattito erano stati
invitati alcuni nomi eccellenti, a partire dall'arcivescovo di Gorizia mons. Redaelli,
che ha con molta semplicità presentato i temi fondamentali dell'enciclica Laudato si'. Dentro la questione ambientale, ha
ricordato l'arcivescovo, è nascosta una grave questione morale e religiosa,
legata al mancato riconoscimento del mondo come dono di cui val la pena avere
cura, per passarlo alle generazioni successive. L'obiettivo del guadagno
immediato porta a sfruttare gli altri, e a rendere anche noi stessi schiavi del
guadagno altrui. Questa catena che ci siamo messi al collo da soli è in gran
parte fatta della convinzione che non vi possa essere benessere al di fuori del
continuo aumento dei consumi, come ha dimostrato con grandissima efficacia il
prof. Marangon dell'Università di Udine. La schiavitù del PIL, ha spiegato il
relatore ad un uditorio attento a comprendere se vi siano alternative, nasconde
a ognuno di noi la verità, e cioè che abbiamo fatto di un singolo e parziale
indicatore economico un autentico feticcio. All'economia "del
cowboy", per il quale il mondo è una conquista senza limiti e leggi, va
sostituita oggi l'economia "dell'astronauta", attento a usare al
meglio le poche risorse vitali della sua navicella. Lo stato delle risorse
naturali e le criticità ambientali più evidenti sono state poi spiegate in modo
estremamente chiaro e coinvolgente dal dr. Cargnelutti, presidente regionale di
Legambiente. Dalla sua presentazione è emersa l'urgenza di riuscire a stare nei
limiti imposti dalla natura stessa della nostra Terra, e che oggi sono in larga
parte ben conosciuti e studiati. Vi è un oggettivo rischio di assuefazione alle
notizie di allarme che giungono tanto spesso sullo stato dell'ambiente, come
pure di non comprendere la vastità dei processi di cambiamento che si sono
messi in moto, e che richiedono una nuova capacità di mutua relazione tra
uomini, generazioni e specie. Lo stare nei limiti della natura, infatti, è
anche una via fondamentale per rispettare i diritti umani. A quest'idea si è
ricollegata anche l'ultima relatrice, dr.ssa Cremaschi, membro del Consiglio
regionale del Friuli Venezia Giulia. La sua attenzione è stata portata sulla
Carta della Terra, che delinea i principi e le azioni necessarie a ristabilire
l'equilibrio tra uomo e ambiente, e dunque anche sull'importanza dell'agire
concreto di ogni cittadino rispetto alla casa comune: in questo senso, ogni
persona agisce politicamente quando prende decisioni che influiscono sul futuro
dei suoi simili. La provocazione della relatrice agli studenti è stata perciò
di pensare a quali azioni possano essere svolte dai singoli per diminuire
l'impatto ambientale, e quali azioni possano essere chieste ai politici per
giungere a decisioni di maggiore portata sulla nostra società. Nel lungo
dibattito successivo, molti studenti sono intervenuti con richieste e proposte,
dando la sensazione che, come ha sottolineato il Dirigente scolastico Marco
Fragiacomo, l'incontro abbia segnato un punto di svolta per la vita
dell'istituto, impegnandolo ad ancora più decise prese di posizione sia nella
conduzione della propria azienda agricola sia nella propria azione educativa. Come ha ben sintetizzato la rappresentante degli studenti, Martina Postir, la
preparazione all'incontro, il dibattito e le iniziative che seguiranno
rappresentano momenti importanti nella formazione alla cittadinanza attiva dei
più di duecento giovani studenti dell'istituto gradiscano, che rappresentano
quella "generazione del futuro" cui il mondo va riconsegnato. |