Il
giorno 24 ottobre 2016 gli alunni delle classi 3°, 4° e 5° della sezione Gestione
Ambiente e Territorio, accompagnati dalle professoresse
Piccini, Macor, Vecchi e Zuttion, si sono recati in visita d’istruzione presso
la diga del Vajont, per approfondire la
conoscenza dei tragici fatti che portarono alla catastrofe del 1963.
Sono
passati 53 anni da quel lontano (ma mai abbastanza) 9 ottobre 1963, quando,
alle ore 22.39, una parte del monte Toc è precipitata all’ interno del lago
artificiale che riempiva la valle sottostante, creando un’onda in grado di
scavalcare la diga e provocare una catastrofe preannunciata, portando con sé
1910 vite innocenti.
Fa
sempre un certo effetto visitare luoghi di tale importanza, testimoni di tanta
superficialità, incuranza e mancato buon senso. Luoghi che, nel loro silenzio,
riescono a trasmettere emozioni così potenti come tristezza, angoscia e
inquietudine, ma anche determinazione, forza e coraggio, ciò che ha permesso ai
sopravvissuti di poter ricominciare e ricostruire dove tutto era stato
distrutto.
Durante
la visita ci siamo immedesimati in loro. Ci abbiamo provato, per sentirci un
po’ più vicini.Abbiamo
camminato in mezzo a quei boschi, tra i sentieri, toccando rocce che soltanto
mezzo secolo fa facevano parte di un’imponente montagna e che ora, invece,
riempiono una profonda vallata.
In
tutto il nostro percorso siamo stati seguiti e accompagnati da una guida
naturalistica del luogo che ci ha forniti di dati storici ma anche tecnici,
geologici ed ingegneristici utili a farci meglio capire le circostanze degli
eventi.
Siamo
stati trascinati emotivamente a quegli anni, alla costruzione della diga, alle
vicende che presagivano la tragedia, all’ insabbiamento di queste ed infine, al
fatidico giorno, a quei pochi secondi in cui molti hanno perso la vita “non per
incuria, ma per colpa”.
Alessia Bass, classe 4GA