Il Vajont, una tragedia non per incuria ma per colpa

pubblicato 2 nov 2016, 02:46 da Laura Cettolo
Il giorno 24 ottobre 2016 gli alunni delle classi 3°, 4° e 5° della sezione Gestione Ambiente e Territorio, accompagnati dalle professoresse Piccini, Macor, Vecchi e Zuttion, si sono recati in visita d’istruzione presso la diga del Vajont, per  approfondire la conoscenza dei tragici fatti che portarono alla catastrofe del 1963.

 Sono passati 53 anni da quel lontano (ma mai abbastanza) 9 ottobre 1963, quando, alle ore 22.39, una parte del monte Toc è precipitata all’ interno del lago artificiale che riempiva la valle sottostante, creando un’onda in grado di scavalcare la diga e provocare una catastrofe preannunciata, portando con sé 1910 vite innocenti.

Fa sempre un certo effetto visitare luoghi di tale importanza, testimoni di tanta superficialità, incuranza e mancato buon senso. Luoghi che, nel loro silenzio, riescono a trasmettere emozioni così potenti come tristezza, angoscia e inquietudine, ma anche determinazione, forza e coraggio, ciò che ha permesso ai sopravvissuti di poter ricominciare e ricostruire dove tutto era stato distrutto.

                      

         
      

Durante la visita ci siamo immedesimati in loro. Ci abbiamo provato, per sentirci un po’ più vicini.Abbiamo camminato in mezzo a quei boschi, tra i sentieri, toccando rocce che soltanto mezzo secolo fa facevano parte di un’imponente montagna e che ora, invece, riempiono una profonda vallata.

In tutto il nostro percorso siamo stati seguiti e accompagnati da una guida naturalistica del luogo che ci ha forniti di dati storici ma anche tecnici, geologici ed ingegneristici utili a farci meglio capire le circostanze degli eventi.

Siamo stati trascinati emotivamente a quegli anni, alla costruzione della diga, alle vicende che presagivano la tragedia, all’ insabbiamento di queste ed infine, al fatidico giorno, a quei pochi secondi in cui molti hanno perso la vita “non per incuria, ma per colpa”.

Alessia Bass, classe 4GA


                     
     
Comments